Lettura del canto XXXIII del Paradiso.

La Divina Commedia narra, com’è noto, il viaggio salvifico di Dante, che, smarrito nella selva oscura del peccato, intraprende un viaggio di salvazione attraverso i tre Regni dell’oltretomba: l’Inferno, che accoglie i dannati; il Purgatorio, dove sono i peccatori pentiti che scontano i loro peccati e si purificano per ascendere al cielo; il Paradiso, che accoglie i beati (coloro che hanno compiuto la purificazione purgatoriale), i santi e tutte le creature celesti che hanno meritato l’empireo.

Attraverso questo viaggio Dante ha esperienza di tutte le forme di smarrimento dell’uomo, di ravvedimento e di espiazione del peccato, di premiazione per i meriti acquisti con la pratica della virtù. Ma compie anche un ardito tentativo, mai compiuto prima di lui nella letteratura universale, di indagare e rappresentare i misteri imperscrutabili dell’infinito e del divino.

La terza cantica – il Paradiso – narra il progressivo approssimarsi del pellegrino-poeta all’ultimo traguardo, al quale perviene nel canto XXXIII, ultimo della cantica e del poema: che descrive l’esaltante epilogo del viaggio e l’arrivo di Dante al cospetto di Dio, di cui può avere la folgorante visione.