Luciano Gargan

Dante, la sua biblioteca e lo studio di Bologna

Nella Commedia i libri più amati dal poeta.

Sulla biblioteca di Dante circolano ancora pesanti pregiudizi che vorrebbero farne una raccolta assai modesta, rispetto, ad esempio, a quella molto più ricca del Petrarca e ci si ostina a ripetere che, almeno nel periodo dell’esilio, Dante non poteva possedere molti libri a causa dei suoi continui spostamenti e degli scarsi mezzi economici a disposizione, dimenticando che, prima e dopo l’esilio, ogni città in cui egli soggiornò era in grado di fornirgli nuove opportunità di venire a contatto con i testi che lo interessavano.

In mancanza di inventari antichi e di codici superstiti, questo testo si propone di ricostruire la biblioteca di Dante con Dante stesso attraverso una lettura mirata delle sue opere. Nella ricostruzione virtuale della biblioteca di Dante occupano un posto molto significativo il Convivio e il De vulgari eloquentia, due libri scritti con i libri, dove Dante dimostra di poter attingere a piene mani a una gamma assai vasta di conoscenze (e quindi di testi letti e riletti) che era andato accumulando nel corso del tempo, mentre nella Commedia egli elabora in momenti successivi il canone di una propria biblioteca ideale, trasformando i suoi «libri peculiares» in personaggi che soggiornano all’interno del Limbo, se poeti o filosofi pagani o formano le due corone di spiriti sapienti nel cielo del Sole, se teologi, mistici o dotti cristiani.


Info libro

Collana: Editrice Antenore |
ISBN: 978-88-8455-684-4
Pagine: 158
Misure: 25 x 17,5 cm
Prima edizione: 2014
Formati: Brossura
Prezzo: € 18,00

Autore

Luciano Gargan

Luciano Gargan insegna Filologia medievale e umanistica all’Università di Pavia. Si occupa della circolazione e utilizzazione del libro nelle Università italiane tra Medioevo e Umanesimo. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Libri e maestri tra Medioevo e Umanesimo, Messina 2011.


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