Pensione minima garantita dopo 40 anni di lavoro: cosa cambia davvero e chi potrà beneficiarne subito

La Legge di Bilancio 2025 ha apportato alcune modifiche significative al sistema pensionistico italiano e alcune novità riguardanti i lavoratori con 40 anni di contributi con lo scopo di garantire una pensione minima adeguata per fornire una basa economica stabile per i pensionati con il cedolino minimo. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Pensione minima garantita

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto alcune modifiche per garantire una pensione minima per quei lavoratori che hanno maturato 40 anni di contributi. Questa necessità nasce dai tempi moderni segnati dal carovita e dall’inflazione al fine di assicurare una pensione dignitosa che consenta di affrontare le spese della vita quotidiana.

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Secondo queste recenti modifiche, i lavoratori che hanno raggiunto i 40 anni di contributi avranno diritto a un’integrazione dell”importo ‘assegno pensionistico fino a raggiungere un importo minimo stabilito anno per anno. Per il 2025 tale importo è fissato a 603,40 euro mensili. questa misura riguarda sia i lavoratori dipendenti che autonomi.

Tuttavia è importante sapere che l’integrazione del trattamento pensionistico minimo non avviene in modo automatico ma deve essere richiesto all’INPS in base al possesso dei requisiti previsti. Inoltre, l’accesso all’integrazione per la pensione minima garantita deve soddisfare limiti reddituali che variano in base alla situazione del richiedente.

Requisiti per la pensione minima garantita

Per ottenere la pensione minima garantita, per prima cosa, occorre dimostrare di aver versato i contributi previsti per 40 anni di lavoro effettivi. Vanno esclusi i contributi figurativi accrediti per malattia e disoccupazione. Inoltre è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro e il raggiungimento dell’età pensionabile prevista dalla normativa vigente.

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Un altro requisiti fondamentale, come abbiamo detto, riguarda il limite di reddito complessivo del pensionato. L’integrazione del trattamento pensionistico minimo è concesso solo se il reddito personale o coniugale non supera una certa soglia stabilita annualmente. Per il 2025 tale limite è stato fissato a 8.500 euro annui, per i pensionati coniugati è di 14.000 euro annui.

Infine, è previsto che l’importo della pensione, comprensivo dell’integrazione, non superi l’importo del trattamento minimo stabilito per l’anno di riferimento. In caso contrario bisogna sapere che l’integrazione sarà diminuita in modo proporzionale oppure non sarà concessa. E’ fondamentale valutare la propria posizione reddituale e contributiva per determinare il godimento di tale diritto.

Chi può beneficiare della pensione minima garantita

Le nuove disposizioni riguardanti la pensione minima garantita dopo 40 anni di contributi effettivi versati si applicano a diverse categorie di lavoratori. In particolare ne potranno beneficiare tutti coloro che hanno soddisfatto i requisiti contributivi e anagrafici entro il 31 dicembre 2025. Tra questi ci sono i lavoratori dipendenti del settore privato e pubblico.

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Ma anche i lavoratori autonomi iscritti alla gestione previdenziale dell’INPS. Anche i lavoratori che hanno iniziato a lavorare in giovane età e i lavoratori che hanno svolto attività gravose e usuranti e che hanno maturato i 40 anni di contributi possono accedere alla pensione minima garantita se soddisfano i requisiti previsti.

Un aspetto da sottolineare è che l’accesso all’integrazione della pensione minima non è rivolto solo ai nuovi pensionati ma può essere richiesto anche da coloro che sono già in pensione e che, pur avendo maturato i 40 anni i contributi, percepiscono un assegno al di sotto del minimo vitale. In questo caso occorre presentare apposita domanda all’INPS.

Come presentare richiesta

Per richiedere la pensione minima garantita con 40 anni di contributi versati e il possesso dei requisiti richiesti occorre seguire una procedura stabilita dall’INPS. La domanda di accesso deve essere presentata all’INPS tramite il servizio online dedicato presente sul sito web ufficiale dell’istituto. In alternativa è possibile rivolgersi al Contact Center dell’INPS.

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Oppure ancora si può ricorrere alla assistenza e consulenza degli enti di patronato e degli intermediari dell’INPS attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi. E’ importante sottolineare che l’importo della pensione minima garantita è stabilito di anno in anno e può variare in base alle disposizioni vigenti, quindi è importante informarsi presso l’INPS.

Quindi, il primo passo fondamentale è la verifica della propria situazione contributiva, anagrafica e reddituale per verificare il possesso di tutti requisti richiesti per l’accesso all’integrazione del trattamento pensionistico minimo prima di presentare domanda formale all’INPS. Questa integrazione, seppur minima, potrebbe essere un passo in avanti verso una maggiore equità del sistema pensionistico nazionale.

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