Negli ultimi anni, la Tomografia Assiale Computerizzata, comunemente nota come TAC, si è affermata come uno degli strumenti diagnostici più utilizzati e affidabili in ambito medico. Questo esame, grazie alla sua capacità di offrire immagini estremamente dettagliate e ad alta risoluzione degli organi interni, è diventato fondamentale per la diagnosi di numerose patologie. La TAC viene spesso impiegata in situazioni di emergenza, come in caso di traumi gravi, sospetti di tumore, problematiche neurologiche o quando si manifestano dolori inspiegabili che non trovano riscontro con altri esami. La sua precisione consente ai medici di individuare rapidamente la causa dei sintomi e di pianificare il trattamento più adeguato, rendendola uno strumento insostituibile nella pratica clinica moderna.
Che cos’è una TAC
La TAC, come già accennato, rappresenta una sofisticata indagine diagnostica che sfrutta l’utilizzo dei raggi X combinati con avanzati sistemi informatici per generare immagini tridimensionali estremamente dettagliate del corpo umano. A differenza della radiografia tradizionale, che fornisce immagini bidimensionali e meno precise, la TAC permette di visualizzare il corpo umano a strati, offrendo così una visione molto più approfondita e accurata delle strutture interne. Questo approccio consente di identificare anche anomalie di piccole dimensioni che potrebbero sfuggire ad altri tipi di esami, migliorando notevolmente la capacità diagnostica dei medici.

Grazie a questa tecnologia, i professionisti della salute sono in grado di individuare lesioni o alterazioni anche di dimensioni minime, che potrebbero essere la causa di sintomi o patologie importanti. Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’utilizzo dei raggi X comporta dei rischi, poiché si tratta di radiazioni ionizzanti che, se assorbite in quantità elevate o ripetute nel tempo, possono risultare dannose per l’organismo. È quindi fondamentale valutare attentamente i benefici e i rischi prima di sottoporsi a questo tipo di esame.
Le radiazioni ionizzanti, infatti, hanno la capacità di interagire con le cellule del nostro corpo, danneggiando il DNA e aumentando il rischio di mutazioni genetiche. Un’esposizione eccessiva o frequente a queste radiazioni può incrementare la probabilità di sviluppare patologie gravi, tra cui alcuni tipi di tumore. Per questo motivo, è importante che la TAC venga prescritta solo quando strettamente necessario e che si adottino tutte le precauzioni possibili per limitare l’esposizione.
Quante radiazioni assorbe il nostro corpo con la TAC
Per comprendere meglio i rischi associati alla TAC, è utile sapere quanta radiazione viene effettivamente assorbita dal nostro corpo durante l’esame. Molte persone non sono consapevoli del fatto che una singola TAC può esporre l’organismo a una quantità di radiazioni decisamente superiore rispetto a una radiografia tradizionale, arrivando anche a decine o centinaia di volte in più. Ad esempio, una semplice radiografia del torace comporta un’esposizione di circa 0,1 mSv (millisievert), mentre una TAC del torace può raggiungere anche i 7 mSv. In alcuni casi, come nelle TAC addominali complete, la dose può superare i 15 mSv.

Secondo numerosi studi scientifici, un’esposizione cumulativa superiore ai 100 mSv nel corso della vita può comportare un aumento significativo del rischio di sviluppare un tumore. È importante sottolineare che, sebbene un singolo esame di TAC generalmente non comporti rischi immediati per la salute, il problema si presenta quando questi esami vengono ripetuti frequentemente nel tempo. Purtroppo, non è raro che si ricorra alla TAC anche in assenza di reali necessità cliniche, con il rischio di un’esposizione non giustificata alle radiazioni.
In definitiva, il vero grande pericolo non deriva tanto dall’effettuazione di un singolo esame, quanto piuttosto dall’abuso di questa tecnologia. È fondamentale che la TAC venga prescritta solo quando realmente indispensabile, evitando di sottoporsi a esami inutili che potrebbero comportare grossi rischi a lungo termine per la tua salute.
Quali sono i rischi reali?
Nel nostro Paese, ogni anno vengono effettuati oltre 10 milioni di esami TAC, ma si stima che almeno un terzo di questi non sia realmente necessario dal punto di vista clinico. Spesso sono gli stessi pazienti a richiedere la TAC per avere maggiore sicurezza, mentre in altri casi sono i medici a prescriverla per precauzione o per consuetudine, anche in assenza di sintomi o segni clinici specifici che ne giustifichino l’utilizzo.

Gli effetti delle radiazioni ionizzanti non si manifestano immediatamente, ma l’esposizione ripetuta nel tempo può provocare danni al materiale genetico delle cellule, aumentando così il rischio di sviluppare tumori come leucemie, neoplasie della tiroide, del cervello o dei polmoni. Questo rischio è particolarmente elevato nei bambini e negli adolescenti, il cui organismo è più sensibile agli effetti delle radiazioni e che, avendo una maggiore aspettativa di vita, hanno più tempo perché eventuali danni si manifestino. Anche i pazienti oncologici, spesso sottoposti a numerose TAC per monitorare l’andamento della malattia, e le persone affette da patologie croniche sono categorie particolarmente esposte.
È importante ricordare che l’accumulo di radiazioni nel tempo può danneggiare anche adulti sani. Per questo motivo, l’uso della TAC deve essere limitato ai casi strettamente necessari, quando risulta essenziale per una diagnosi accurata o per impostare il corretto trattamento della patologia, evitando così rischi inutili legati all’esposizione prolungata.
Quando è opportuno fare una tac
Prima di sottoporsi a una TAC, è fondamentale che il medico valuti attentamente la reale necessità dell’esame, considerando sempre la possibilità di ricorrere a metodiche meno invasive e prive di radiazioni, come la risonanza magnetica o l’ecografia. In molti casi, una visita clinica accurata e l’utilizzo di esami di primo livello possono essere sufficienti per arrivare a una diagnosi, evitando così l’esposizione inutile alle radiazioni.

La TAC rimane comunque uno strumento diagnostico di importanza cruciale, soprattutto quando rappresenta l’unico mezzo in grado di fornire informazioni dettagliate e indispensabili per una diagnosi corretta e per la pianificazione di un trattamento tempestivo. Il suo utilizzo è quindi giustificato nei casi in cui altri esami non siano in grado di offrire le stesse informazioni o quando la rapidità della diagnosi è fondamentale per la salute del paziente.
In ogni caso, è diritto e dovere di ogni cittadino informarsi in modo approfondito sulle motivazioni che portano alla prescrizione di una TAC. È sempre consigliabile chiedere al proprio medico se l’esame sia davvero necessario e se esistano alternative meno rischiose. In presenza di TAC multiple o frequenti, è opportuno valutare l’utilizzo di dispositivi di protezione o tecnologie a bassa dose, al fine di ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni e tutelare la propria salute nel lungo periodo.